Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/319

Da Wikisource.

libro duodecimo - cap. iv 313

migliore consiglio moderare in qualche parte l’accordo di Digiuno, offerendosi massime dal re maggiori pagamenti e promissione di fare tregua per tre anni con lo stato di Milano, pure che non fusse astretto alla cessione delle ragioni; la quale essendo di maggiore momento in dimostrazione che in effetto (perché, quando al re ritornasse l’opportunitá di recuperarlo, l’avere ceduto non gli farebbe altro impedimento che volesse egli medesimo), non doversi per questa difficoltá ridurre le cose in tanto pericolo. Da altra parte con efficaci ragioni confortava il re di Francia a volere piú presto, per minore male, ratificare l’accordo fatto a Digiuno che tornare in pericolo di avere, la state prossima, tanti inimici nel suo regno. Essere ufficio di principe savio, per fuggire il male maggiore abbracciare per utile e per buona la elezione del male minore; né si dovere per liberarsi da uno pericolo e uno disordine incorrere in un altro piú importante e di piú infamia: perché, che onore gli sarebbe concedere agli inimici suoi naturali, e che lo avevano perseguitato con tante fraudi, il ducato di Milano con sí manifesta nota di viltá? che riposo che sicurtá, diminuita tanto la sua riputazione, avere accresciuto la potenza di quegli che non pensavano ad altro che ad annichilare il reame di Francia? da’ quali conosceva egli medesimo che nessuna promessa nessuna fede nessuno giuramento poteva assicurarlo, come con gravissimo suo danno gli dimostrava l’esperienza del tempo passato. Essere cosa dura il cedere quelle ragioni, ma di minore pericolo e di minore infamia, perché una semplice scrittura non faceva piú potenti i suoi avversari; ed essendo stata fatta questa promessa senza consentimento suo dai suoi ministri, non si potere dire che da principio fusse stata sua deliberazione, ma essere piú scusato a eseguirla quasi come necessitato dalla promessa fatta e da qualche osservanza della fede; e sapersi pure per tutto il mondo da quanto pericolo avesse quello accordo liberato allora il reame di Francia. Lodare che con altri partiti cercasse di indurre i svizzeri alla sua intenzione; ed egli, desideroso che per sicurtá del regno suo seguitasse in qualunque modo la concordia tra lui e loro,