Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/345

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libro duodecimo - cap. x 339

tutti con lieta fronte, ma piú che tutti gli altri quegli del re d’Inghilterra; il quale, essendo ancora fresca la ingiuria ricevuta dal re cattolico, desiderava continuare seco l’amicizia cominciata col re Luigi. Venne e nel tempo medesimo onorata imbasceria dello arciduca, della quale fu il principale monsignore di Nassau, e con dimostrazione di grande sommissione come a signore suo soprano, per essere possessore della contea di Fiandra, la quale riconosceva la superioritá della corona di Francia.

L’una e l’altra legazione ebbe presta e felice espedizione; perché col re d’Inghilterra fu riconfermata la confederazione fatta tra lui e il re morto, co’ medesimi capitoli e durante la vita di ciascuno di loro, riservato tempo di tre anni al re di Scozia di entrarvi; e con l’arciduca cessorono molte difficoltá che si giudicava per molti dovessino impedire la concordia. Perché l’arciduca, il quale, finita l’etá pupillare, aveva assunto nuovamente il governo degli stati suoi, movevano a questo molte cagioni: la instanza de’ popoli di Fiandra desiderosi di non avere guerra col reame di Francia, il desiderio di assicurarsi degli impedimenti che nella morte dell’avolo gli potessino essere dati da’ franzesi alla successione del regno di Spagna, e il parergli pericoloso rimanere senza legame di amicizia in mezzo del re dí Francia e del re d’Inghilterra congiunti insieme; e da altra parte nel re era desiderio grande di rimuovere tutte l’occasioni che lo potessino costrignere a reggersi con l’autoritá e consiglio dell’avolo paterno o materno. Fu adunque, nella cittá di Parigi, fatta tra loro pace e confederazione perpetua, riservando facoltá a Cesare e al re cattolico, senza l’autoritá de’ quali conveniva l’arciduca, di entrarvi fra tre mesi; promesso di fare lo sposalizio, trattato tante volte, tra l’arciduca e Renea figliuola del re Luigi, con dote di seicentomila scudi e del ducato di Berrí perpetuo per lei e per i figliuoli, la quale essendo allora di etá tenerissima gli avesse a essere consegnata subito pervenisse alla etá di nove anni, ma con patto rinunziasse a tutte le ragioni della ereditá paterna e materna, e nominatamente a quelle gli