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32 storia d'italia

di nuovo insieme cogli altri quattromila svizzeri; dopo la venuta de’ quali il quarto dí tutti si mossono verso Castiglione e si voltorono alla mano sinistra per le colline, camminando sempre stretti e in ordinanza con lento passo, essendo in ciascuna fila ottanta o cento di loro e nell’ultime file tutti gli scoppiettieri e gli archibusieri: col quale modo procedendo si difendevano valorosamente dallo esercito franzese, il quale gli andava continuamente costeggiando e scaramucciando alla fronte e alle spalle; anzi uscivano spesso cento o centocinquanta svizzeri dello squadrone per andare a scaramucciare, andando, stando e ritirandosi senza che nascesse nella loro ordinanza uno minimo disordine. Arrivorono con questo ordine il primo dí al passo del ponte di Vedan, guardato dal capitano Molard co’ fanti guasconi; donde avendolo fatto ritirare con gli scoppietti, alloggiorono la notte ad Appiano distante otto miglia da Varese; e Ciamonte si fermò ad Assaron, villa grossa verso il monte di Brianza lontana sei miglia da Appiano. Il dí seguente si dirizzorno per le colline al cammino di Cantú, costeggiandogli pure Ciamonte con dugento lancie, perché, per l’asprezza de’ luoghi, l’artiglierie e alla guardia di quelle i fanti erano restati piú al basso: e nondimeno, a mezzo il cammino, o per le molestie, come si gloriava Ciamonte, avute il dí da’ franzesi o perché tale fusse stato il disegno loro, lasciato il cammino di Cantú, voltatisi piú alla sinistra, si andorono per luoghi alti ritirando verso Como; in uno borgo della quale cittá e nelle ville vicine alloggiorono quella notte. Dal borgo di Como feciono l’altro alloggiamento al Chiasso, tre miglia piú innanzi, tenendo sospesi i franzesi se per la valle di Lugana se ne ritornerebbeno a Bellinzone o se pure si condurrebbeno in su l’Adda, dove benché non avessino ponte era opinione di molti che si sforzerebbono passare tutti il fiume in uno tempo medesimo in su foderi di legname; ma levata l’altro giorno questa dubitazione, se ne andorono ad alloggiare al ponte a Tressa, e di quivi sparsi alle case loro; ridotti giá in ultima estremitá di pane e con carestia grandissima di danari: la quale subita ritirata si credette pro-