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libro duodecimo - cap. xx 391

cultando i suoi pensieri, si ingegnava farsi odioso il meno che poteva a ciascuna delle parti. Però non ardí rivocare Marcantonio, non ardí mandare gli aiuti debiti al re, creò il legato a Cesare; e da altra parte, essendo giá partito Cesare da Milano, operò che il legato, simulando infermitá, si fermasse a Rubiera, per speculare innanzi passasse piú oltre dove inclinavano le cose: e dipoi, per mitigare l’animo del re, volle che Lorenzo suo nipote, continuando la simulazione della dependenza cominciata a Milano, gli facesse donare da’ fiorentini i danari da pagare per uno mese tremila svizzeri; i quali danari benché il re accettasse, diceva nondimeno, dimostrando di conoscere le arti del pontefice, che, poiché sempre gli era contrario nella guerra né la confederazione fatta seco gli aveva giovato ne’ tempi del pericolo, voleva di nuovo farne un’altra che non l’obligasse se non nella pace e ne’ tempi sicuri.

Dissoluto l’esercito di Cesare, i viniziani, non aspettati i franzesi, si accostorno all’improviso una notte a Brescia con le scale, confidandosi nel piccolo numero de’ difensori, perché non vi erano rimasti piú che secento fanti spagnuoli e quattrocento cavalli; ma non essendo le scale lunghe a bastanza, e resistendo valorosamente quegli di dentro, non l’ottennono. Sopravenne poi l’esercito franzese sotto Odetto di Fois, eletto nuovamente successore al duca di Borbone, partito spontaneamente dal governo di Milano. Assaltorno questi eserciti Brescia con l’artiglierie da quattro parti, acciò che gli assediati non potessino resistere in tanti luoghi: i quali si sostentorno mentre ebbono speranza che settemila fanti del contado di Tiruolo, venuti per comandamento di Cesare alla montagna, passassino piú innanzi; ma come questo non succedette, per l’opposizione fatta da’ viniziani alla rocca d’Anfo e ad altri passi, essi non volendo aspettare la battaglia che, essendo giá in terra spazio grande di muraglia, si doveva dare il dí seguente, convennono i soldati di uscire della terra e della fortezza, con le cose loro solamente, se infra un dí non erano soccorsi.