Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. III, 1929 – BEIC 1846967.djvu/409

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libro duodecimo - cap. xxii 403

questa cosa Galeazzo Visconte, il quale, essendo esule e in contumacia del re, ottenne da lui per questo la restituzione alla patria e in progresso di tempo molte grazie e onori. La convenzione fu: che il re pagasse a’ svizzeri, in termine di tre mesi, trecento cinquantamila ducati, e dipoi in perpetuo annua pensione: fussino obligati i svizzeri concedere, per publico decreto, agli stipendi suoi, qualunque volta gli ricercasse, certo numero di fanti; ma in questo procederono diversamente, perché gli otto cantoni si obligorono a concedergli eziandio quando facesse impresa per offendere gli stati di altri, i cinque cantoni non altrimenti che per difesa degli stati propri: fusse in potestá de’ svizzeri di restituire al re di Francia le rocche di Lugano e di Lucerna, passi forti e importanti alla sicurtá del ducato di Milano; ed eleggendo il restituirle, dovesse il re pagare loro trecentomila ducati. Le quali rocche, subito fatta la convenzione, gittorono in terra. Queste cose si feciono in Italia l’anno mille cinquecento sedici. Ma ne’ primi dí dell’anno seguente, il vescovo di Trento venuto a Verona offerse a Lautrech, col quale parlò tra Villafranca e Verona, di consegnare al re di Francia, infra il termine di sei mesi statuito nella capitolazione, quella cittá, la quale diceva tenere in nome del re di Spagna: ma rimanendo la differenza se il termine cominciava dal dí della ratificazione di Cesare o dal dí si era riconosciuto Verona tenersi per il re cattolico, si disputò sopra questo alquanti dí; ma il dimandare i fanti di Verona tumultuosamente [denari] costrinse il vescovo di Trento ad accelerare. Però, pigliando il principio del dí che Cesare gli avea fatto il mandato, convenne consegnare Verona il quintodecimo dí di gennaio: nel qual dí, ricevuti da viniziani i primi cinquantamila ducati, e quindicimila che secondo la convenzione doveano pagare a’ fanti di Verona, e da Lautrech promessa di fare condurre a Trento l’artiglierie che erano in Verona, consegnò a Lautrech quella cittá, riceventela in nome del re di Francia; e Lautrech, immediate, in nome del medesimo re, la consegnò al senato veneto, e per lui a Andrea Gritti proveditore; rallegrandosi