Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/258

Da Wikisource.
252 storia d'italia

leggieri, mille fanti italiani e piú di sedicimila tra spagnuoli e tedeschi, partiti da Lodi il vigesimo quinto dí di gennaio, andorno il dí medesimo a Marignano; dimostrando volere andare verso Milano, o perché il re mosso dal pericolo di quella cittá si levasse da Pavia o per dare causa di partirsi da Milano a’ soldati che vi erano alla custodia: nondimeno, passato poi appresso a Vidigolfo il fiume del Lambro, si dirizzorno manifestamente verso Pavia.

Pagava il re nell’esercito [mille trecento] lancie diecimila svizzeri quattromila tedeschi cinquemila franzesi e settemila italiani, benché, per le fraudi de’ capitani e per la negligenza de’ suoi ministri, il numero de’ fanti era molto minore. Alla guardia di Milano era Teodoro da Triulzi con [trecento] lancie semila fanti tra grigioni e vallesi e tremila franzesi; ma quando gli imperiali si voltorno verso Pavia richiamò, da duemila in fuori, tutti i fanti all’esercito. All’uscita degli imperiali alla campagna, si disputava nel consiglio del re quello che fusse da fare; e... della Tramoglia,... della Palissa, Tommaso di Fois e molti altri capitani confortavano che il re si levasse coll’esercito dall’assedio di Pavia, e si fermasse o al monasterio della Certosa o a Binasco, alloggiamenti forti (come ne sono spessi nel paese) per i canali dell’acque derivate per annaffiare i prati. Dimostravano che in questo modo si otterrebbe presto, e senza sangue e senza pericolo, la vittoria; perché l’esercito inimico, non avendo danari, non poteva sostentarsi insieme molti dí ma era necessitato o a dissolversi o a ridursi ad alloggiare sparso per le terre: che i tedeschi che erano in Pavia, i quali, per non essere imputati di coprire la timiditá con la scusa del non essere pagati, sopportavano pazientemente, creditori giá dello stipendio di molti mesi, subito che e’ fusse levato l’assedio dimanderebbono il pagamento; al quale non avendo i capitani modo di provedere né speranza apparente colla quale gli potessino, benché vanamente, nutrire, conciterebbono qualche pericoloso tumulto: non conservarsi insieme gli inimici con altro che colla speranza di fare presto la giornata; i quali, come vedessino al-