Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/275

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libro sestodecimo - cap. i 269

perché quella cittá, poiché nella passata del re Carlo ne furono cacciati i Medici, avendo sotto nome della libertá gustato diciotto anni il governo popolare, era stata malcontenta del ritorno loro, in modo che pochi vi erano a’ quali piacesse veramente la loro potenza.

Alle quali occasioni, tanto potenti, temeva sommamente il pontefice che non si aggiugnesse volontá non mediocre di offenderlo, non tanto perché dalla ambizione de’ piú potenti non è mai sicuro in tutto chi è manco potente quanto perché temeva che, per diverse cagioni, non fusse in questo tempo esoso a Cesare il nome suo: discorrendo seco medesimo che, se bene, e vivente Lione e poi mentre era cardinale, si fusse affaticato molto per la grandezza di Cesare, anzi Lione ed egli con grandissime spese e pericoli gli avessino aperta in Italia la strada a tanta potenza, e che, come fu assunto al pontificato, avesse dato danari, mentre che l’ammiraglio era in Italia, a’ suoi capitani e fattone dare da’ fiorentini, né levate dell’esercito le genti della Chiesa e di quella republica; nondimeno, che presto, o considerando che allo offizio suo si apparteneva essere padre e pastore comune tra i príncipi cristiani, e piú presto autore di pace che fomentatore di guerre, o cominciando tardi a temere di tanta grandezza, si era ritirato da correre la medesima fortuna; in modo che non aveva voluto rinnovare la confederazione fatta per la difesa d’Italia dal suo antecessore; e quando, l’anno dinanzi, l’esercito suo entrò col duca di Borbone in Provenza non aveva voluto aiutarlo con denari; il che se bene non dette giusta querela a’ ministri di Cesare (non essendo egli, anche per la lega di Adriano, tenuto a concorrere contro a’ franzesi [che] nelle guerre di Italia), nondimeno erano stati princípi di fare che non lo riputassino piú una cosa medesima con Cesare, anzi diminuissino assai della fede che insino a quel dí in lui avuta avevano; come quegli che, menati solo o dallo appetito o dal bisogno, avevano quasi per offesa se alle imprese loro particolari, fatte per occupare la Francia, non mettevano le spalle anche gli altri, come prima si era fatto alle universali