Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/323

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libro sestodecimo - cap. ix 317

giá promesso con giuramento di non ricevere per moglie altri che la figliuola, era determinato di contrarre. Alla quale dispensazione concedere il pontefice procedeva lentamente, essendogli persuaso da molti che il desiderio di ottenere questa grazia renderebbe Cesare piú facile a’ desideri suoi nelle cose che si trattavano; o almeno essere cosa imprudente, in caso s’avesse a fare guerra seco, dargli facoltá di accumulare tanti danari quanti accumulerebbe per mezzo di questo matrimonio: perché il re di Portogallo gli offeriva in dote novecentomila ducati, de’ quali, detratta quella parte che s’aveva d’accordo a compensare in debiti contratti con lui, si pensava gliene perverebbono in mano almanco cinquecentomila ducati; e oltre a quattrocentomila ducati consentivano di dargli i popoli di Castiglia, per quello che essi chiamavano servizio, quale, cominciato anticamente dalla volontá propria de’ popoli per soccorrere alle necessitá de’ suoi re, era ridotto in ordinaria prestazione, offerivano di donargli quattrocentomila altri ducati in caso desse perfezione a questo matrimonio. Da altra parte il pontefice non sapeva resistere alla importunitá del duca di Sessa oratore cesareo, perché in lui era quasi sempre repugnanza grande dalla disposizione alla esecuzione; conciossiaché, alienissimo per sua natura dal concedere qualunque grazia dimandatagli, non sapeva anche difficultarle, o negarle costantemente; ma lasciando spesso vincere la volontá sua dalla importunitá di quegli che dimandavano, e in modo che e’ pareva che il piú delle volte concedesse piú per paura che per grazia, non procedeva in questo con quella costanza né con quella maestá che ricercava la grandezza della sua degnitá né la importanza delle faccende che si trattavano. Cosí accadde nella dispensa dimandata; che combattendo in lui da uno canto la utilitá propria dall’altro la sua mollizie, scaricò, come spesso era usato di fare, addosso ad altri quello che a lui non bastava non so se la fronte o l’animo di sostenere. Spedí per uno breve la dispensa nella forma dimandata da Cesare, e la mandò al cardinale de’ Salviati, con commissione che, se le cose sue si risolvevano con Cesare secondo la speranza che aveva data