Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. IV, 1929 – BEIC 1847812.djvu/347

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libro sestodecimo - cap. xiv 341

liani! perché allora non la necessitá o il timore di nuove leghe, ma la volontá vostra e la qualitá delle condizioni, vi ará a tirare ad accordo co’ franzesi; allora vedrete che il bisogno e la disperazione gli sforzerá non solo a rendervi la Borgogna e farvi patti maggiori ma ancora a mettervi in mano tale sicurtá che non abbiate a temere dell’osservanza. Perché non bastano i figliuoli mentre che e’ possono sperare tanta congiunzione, né basterebbe, appena, se vi mettessino in mano Baiona, Nerbona e l’armata. A questo modo caverete frutto grande, onorevole, giusto e sicuro, di questa vittoria; altrimenti, o io non ho intelligenza di cosa alcuna o questo accordo metterá lo stato vostro in sí grave pericolo che io non so conoscere che cosa ve ne possa liberare, se giá la imprudenza del re di Francia non sará maggiore che la nostra. —

Aveva il gran cancelliere, con questo parlare accurato e veemente e con la riputazione della prudenza sua, commosso gli animi di una grande parte del consiglio, quando il viceré, autore della contraria opinione, parlò, secondo si dice, cosí:

— Non è giá da lodare, gloriosissimo Cesare, chi, per appetito di avere troppo, abbraccia piú che non può tenere, ma non merita di essere manco biasimato chi, per superchio sospetto e diffidenza, si priva da se stesso delle occasioni grandi acquistate con tante difficoltá e pericoli; anzi, essendo l’uno e l’altro errore gravissimo, è piú dannabile, in uno tanto principe, quello che procede da timiditá e abiezione di animo che quello che nasce da generositá e grandezza, e piú laudabile è cercare, con pericolo, di acquistare troppo che, per fuggire pericolo, annichilare le occasioni rarissime che l’uomo ha: e questo è proprio il consiglio del cancelliere, che dubitando non si possa conseguire con questo accordo la Borgogna e Milano (perché di lui non è giá da sospettare che lo muova o l’amore di Italia sua patria o la benivolenza che ha al duca di Milano) si risolve a una via che, secondo lui, si guadagna la Borgogna e si perde Milano, stato senza comparazione di maggiore importanza, ma, secondo me, si perde Milano e non si guadagna la Borgogna; e dove questa vittoria vi ha aperta