Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/10

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4 storia d'italia

stati generali del reame, ad alienare cosa alcuna appartenente alla corona: non permettere le leggi cristiane che uno prigione di guerra stesse in carcere perpetua, per essere pena conveniente agli uomini di male affare, non trovata per supplizio di chi fusse battuto dalla acerbitá della fortuna; sapersi per ciascuno essere di nessuno valore le obligazioni fatte violentemente in prigione, ed essendo invalida la capitolazione non restare anche obligata la sua fede, accessoria e confermatrice di quella; precedere i giuramenti fatti a Remes, quando con tanta cerimonia e con l’olio celeste si consacrano i re di Francia, per i quali si obligano di non alienare il patrimonio della corona: però non essere manco libero che pronto a moderare la insolenza di Cesare. E il medesimo desiderio mostrò di avere la madre, e la sorella di Alanson, che per essere stata vanamente in Spagna si lamentava assai della asprezza di Cesare, e tutti i principali della corte che intervenivano nelle faccende segrete; conchiudendo che, se e’ venivano i mandati del pontefice e de’ viniziani, si verrebbe subito alla conclusione della lega: la quale dicevano essere bene si maneggiasse in Francia, per avere piú facilitá di tirarvi il re d’Inghilterra, come mostravano speranza grande dovesse succedere. Queste cose si dicevano con grande asseverazione dal re di Francia e da’ suoi, ma in secreto erano molto diversi i suoi pensieri: perché, disposto totalmente a non dare a Cesare la Borgogna, aveva anche l’animo alieno di non muovere, se non costretto da necessitá, le armi contro a lui; ma trattando di confederarsi con gli italiani, sperava che Cesare, per non cadere in tante difficoltá si indurrebbe a convertire in obligazione di danari l’articolo della restituzione della Borgogna; nel quale caso nessuno rispetto delle cose d’Italia l’arebbe ritenuto, per desiderio di riavere [i figliuoli], a convenire seco.

Ma i messi del pontefice e i viniziani, ricevuta tanta speranza da lui, significorono subito la risposta avuta, in tempo che in Italia crescevano la necessitá e l’occasione del congiugnersi contro a Cesare. La necessitá, perché il duca di Milano, il quale da principio, parte per colpa de’ ministri suoi