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campagna per fare ostacolo agli imperiali che non passassino, perché sarebbe o pericoloso o inutile: pericoloso volendo combattere, perché essendo superiore di forze e di virtú se non di numero conseguirebbero la vittoria; inutile, perché se gli imperiali non volessino combattere sarebbe in facoltá loro lasciare indietro l’esercito de’ collegati, ed essendo dipoi sempre innanzi a loro in ogni luogo farebbeno grandissimi progressi. Parergli, quando bene le cose fussino in potestá sua, migliore di tutte questa deliberazione; ma costrignerlo a questo medesimo la necessitá: perché essendo giá, secondo si credeva, quasi in moto l’esercito inimico, non essere tanto pronte le provisioni delle genti sue che e’ fusse certo di potere essere a tempo a andare innanzi; e anche avere a considerare, poi che i viniziani avevano rimessa in lui liberamente questa deliberazione, di non lasciare lo stato loro in pericolo, il quale se gli inimici vedessino sprovisti, potrebbeno, preso nuovo consiglio da nuova occasione, passato Po, voltarsi a’ danni loro. Con la quale ragione convinceva il senato viniziano, che per natura ha per obietto di procedere nelle cose sue cautamente e sicuramente; ma non sodisfaceva giá al pontefice, considerando che con questo consiglio si apriva la via allo esercito imperiale di andare insino a Roma o in Toscana, o dove gli paresse; perché l’esercito che aveva a precedere, inferiore di forze, e diminuendone ogni dí per avere a mettere guardia nelle terre, non gli potrebbe resistere; né era certo che i viniziani, restando una volta indietro, avessino a essere cosí pronti a seguitargli co’ fatti come sonavano le parole del duca, considerando massime i modi con che si era proceduto in tutta la guerra; e giudicando che uniti tutti gli eserciti insieme, ne’ quali erano molto piú genti che in quello degli imperiali, potessino piú facilmente proibire loro il passare innanzi, impedire le vettovaglie e usare tutte le occasioni che si presentassino; né avere mai a essere tanto lontani da loro che non fussino a tempo a soccorrere, se si voltassino nelle terre de’ viniziani. La quale deliberazione gli dispiacque molto piú quando intese che il duca d’Urbino, venuto il terzo dí di gen-