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libro decimonono - cap. i 207

erano in Gaeta recuperato Fondi e il paese circostante, Lautrech vi mandò don Ferrando Gaietano, figliuolo del duca di Traietto, e il principe di Melfi (nuovamente, per avere i capitani imperiali tenuto poco conto di liberarlo, concordato co’ franzesi); i quali facilmente di nuovo l’occuporono. Faceva e in Calavria Simone Romano progresso grande, per la prontezza de’ popoli a riconoscere il nome franzese: come arebbe anche fatto Napoli, se non fusse stata la tarditá di Lautrech; la quale almanco dette tempo a mettervi le vettovaglie delle terre circostanti.

Ma non bastavano queste cose a ottenere la vittoria della guerra, la quale dependeva totalmente o dallo acquisto o dalla difesa di Napoli, se o non si espugnava quella cittá o non se gli impedivano le vettovaglie con maggiore diligenza, per terra e per mare. Però, intento principalmente allo assedio, né disperando anche in tutto di potere prendere Napoli per forza, poiché erano morti tanti fanti spagnuoli nella battaglia navale, sollecitava la venuta delle armate franzese e viniziana, per privare del tutto quella cittá delle vettovaglie marittime. Mosse anche la fronte dello esercito piú innanzi, in su uno poggio piú vicino a Napoli e al monte di San Martino, dove fu fatta dalle bande nere una trincea, non solo per muovere da quel poggio una trincea la quale, distendendosi insino alla marina e avendo nella estremitá sua a canto al mare uno bastione, chiudesse la strada di Somma, ma per tentare, come prima fussino venute l’armate, di pigliare per forza il monte di Santo Martino, fatta prima un’altra trincea tra la cittá e il monte di San Martino, acciò che non potessino soccorrere l’uno all’altro; e poi in uno tempo medesimo assaltare Napoli con l’armate dalla parte del mare, e per terra, battendo dalla fronte dello alloggiamento di dentro, e di fuora assaltarla con una parte dell’esercito, e con l’altra assaltare il monte; acciò che gli inimici, divise per necessitá le forze in tanti luoghi, potessino piú facilmente essere superati da qualche banda; non abbandonato però, per l’essersi allungata la fronte dell’alloggiamento, Poggio Reale, perché gli inimici recuperandolo