Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/23

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libro decimosettimo - cap. iii 17

del re: che a Cesare si intimasse la lega fatta, e fusse in facoltá sua di entrarvi in termine di tre mesi, restituendo i figliuoli al re, ricevuta per la liberazione loro una taglia onesta che avesse a essere dichiarata dal re di Inghilterra, e rilasciando anche il ducato di Milano interamente a Francesco Sforza, e gli altri stati di Italia nel grado che erano innanzi si cominciasse l’ultima guerra: che di presente, per la liberazione di Francesco Sforza assediato nel castello di Milano e per la ricuperazione di quello stato, si movesse la guerra con ottocento uomini d’arme settecento cavalli leggieri e ottomila fanti per la parte del pontefice, e per la parte de viniziani con ottocento uomini d’arme mille avalli leggieri e ottomila fanti, e del duca di Milano con quattrocento uomini d’arme trecento cavalli leggieri e quattromila fanti, come prima ne avesse la possibilitá; e intratanto mettessino per lui i quattromila fanti il pontefice e i viniziani: il re di Francia mandasse subito in Italia cinquecento lance, e durante la guerra pagasse ogni mese al pontefice e a’ viniziani quarantamila scudi, co’ quali si conducessino fanti svizzeri: che il re rompesse subito la guerra a Cesare di lá da i monti, da quella banda che piú gli paresse opportuno, con esercito almanco di dumila lance e di diecimila fanti e numero sufficiente d’artiglierie; armasse dodici galee sottili e i viniziani tredici a spese proprie; unisse il pontefice a queste le galee con le quali aveva condotto Andrea Doria; e che la spesa delle navi necessarie per detta armata fusse comune; con la quale armata si navigasse contro a Genova; e dipoi vinto o indebolito in Lombardia l’esercito cesareo si assaltasse potentemente per terra e per mare il reame di Napoli; del quale, quando si acquistasse, avesse a essere investito re chi paresse al pontefice, benché in uno capitolo separato si aggiugnesse che non potesse disporne senza consenso de’ collegati, riservatogli nondimeno i censi antichi che soleva avere la sedia apostolica e uno stato per chi paresse a lui, di entrata di quarantamila ducati: che, acciò che il re di Francia avesse certezza che la vittoria che si ottenesse in Italia e l’acquisto del reame di Napoli faciliterebbe la libera-