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libro decimonono - cap. iv 225

Valerio Orsino, condottiere de’ viniziani, con cento cavalli leggieri si partí dello esercito per non essere pagato, e gli altri cavalli leggieri parte si erano partiti per non essere pagati parte per le infermitá erano inutili; la gente d’arme franzese si era ridotta in guarnigione alle terre circostanti, e i guasconi sparsi per il paese attendevano a fare le ricolte e guadagnare. Speravasi pure ne fanti, i quali si diceva condurre l’armata: la quale, soprastata piú di venti dí da poi che si era partita da Livorno, arrivò finalmente il decimo ottavo dí di luglio con molti gentiluomini e con denari per lo esercito; ma non aveva se non ottocento fanti, perché gli altri che portava erano restati parte per la guardia di Genova parte alla impresa della fortezza di [Civitavecchia]. Alla venuta della quale avendo Lautrech mandato gente alla marina per ricevere i denari, non potetteno le galee per il mare grosso venire a terra; però vi ritornò, il dí seguente, il marchese di Saluzzo con le sue lance e con grossa banda di guasconi svizzeri e tedeschi e con le bande nere, ma nel ritorno loro incontrorono gl’imperiali che erano usciti grossi di Napoli, i quali caricorono in modo i cavalli franzesi, che voltorno le spalle e nel fuggirsi urtorono talmente i fanti loro medesimi che gli disordinorono; e trovandosi il conte Ugo de’ Peppoli, che dopo la morte di Orazio Baglione era succeduto nel governo delle genti de’ fiorentini, a piede con quaranta archibusieri, innanzi alla battaglia delle bande nere uno tiro di archibuso, restò prigione de’ cavalli: e fu tale lo impeto degl’imperiali che se la battaglia delle bande nere non gli riteneva facevano grande strage; perché combatterono, massime la cavalleria loro, egregiamente. Restorono morti piú di cento e altrettanti presi, tra’ quali parecchi gentiluomini franzesi smontati dall’armata; e fu preso anche Ciandalé nipote di Saluzzo: nondimeno, i denari si condusseno salvi. E fu attribuito il disordine a’ cavalli franzesi, molto inferiori di virtú a’ cavalli degl’inimici: donde si diminuiva l’animo a’ fanti dello esercito, conoscendo non potersi fidare del soccorso de’ cavalli.

Ma aveva nociuto sommamente all’esercito la infermitá di