Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. V, 1929 – BEIC 1848561.djvu/315

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libro vigesimo - cap. vi 309

a Cesare di avere giustamente gravissimo sospetto di lui), instavano che si facesse ogni opera per farvi condescendere i viniziani, allegando che e senza gli aiuti loro la difesa sarebbe debole, e che con piú riputazione si conservavano le cose comuni mantenendosi in su la fama della prima confederazione che, facendone un’altra senza loro, fare nascere per tutto opinione che tra Cesare il papa e i viniziani fusse discordia. Però furono ricercati di consentire a nuova confederazione per la difesa di tutta Italia; perché per la prima non erano tenuti ad altro che alle cose dello stato di Milano e del regno di Napoli; e desiderava sommamente Cesare che e’ fussino anche obligati alla difesa di Genova, dove si pensava che, quando avesse a essere guerra, i franzesi facessino facilmente il primo assalto: perché pretendevano, per cagioni e interessi particolari, poterlo fare senza contravenire agli accordi di Madril e di Cambrai. Negò quel senato volere fare nuova confederazione o ampliare le obligazioni che in quella si contenevano, con grave sdegno di Cesare, non ostante che affermassino volere osservare inviolabilmente questa congiunzione. E nondimeno Cesare instette tanto piú col papa, ribattendo le ragioni che per la parte sua si allegavano in contrario, in modo che si entrò nel praticare gli articoli della confederazione, e si chiamorono tutti i potentati di Italia che mandassino imbasciadori a questa pratica; i quali furno ricercati che entrassino nella confederazione, contribuendo al caso della guerra secondo le forze e possibilitá loro. A che non essendo fatta per alcuno difficoltá, ma solamente sforzandosi ciascuno dí alleggerire quello che gli era dimandato di contribuzione, solo Alfonso da Esti propose non potere entrare in lega per difendere gli stati di altri se prima non fusse assicurato del suo: perché, come essere conveniente che avesse a guardarsi dal pontefice e entrare in lega con lui? come potere contribuire co’ suoi denari alla difesa di Milano o di Genova se era necessitato spendergli continuamente per tenere gente in Modena e in Reggio, e anche per essere sicuro di Ferrara? Da questa dimanda nacque nuova pratica di concordarlo col papa. Il quale,