Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/16

Da Wikisource.

volse lo animo a assicurare lo stato; e però sendo nel 58 gonfaloniere di giustizia Luca Pitti, sonorono a parlamento, e ristretta la autoritá ed el governo della cittá a loro proposito e riformato el reggimento, confinorono ed ammunirono un numero grande di cittadini, in modo che Cosimo e gli aderenti sua rimasono al tutto e sicuramente padroni del governo; e Luca Pitti, che fu poi fatto cavaliere dal popolo, ne acquistò tale riputazione e credito, che doppo Cosimo era assolutamente el primo cittadino di Firenze. Mori nel medesimo anno 1458 papa Calisto, e fu eletto in suo luogo papa Pio, chiamato prima Enea de’ Piccuolomini da Siena, el quale confermò nel regno di Napoli don Ferrando e fece parentado con lui, conciosiaché el re per ottenere le bolle del reame dette una sua figliuola non legittima per moglie a uno nipote del papa, e per dote el ducato di Malfi. Ma poco poi Giovanni d’Angiò chiamato duca di Calavria, e figliuolo del re Rinieri, pretendendo per le antiche differenzie fra gli angioini e ragonesi el reame spettare a lui, partitosi da Genova dove era a governo pel re di Francia, con una grossa armata venne nel reame, dove aveva intelligenzia col duca di Sessa cognato del re Ferrando, col principe di Taranto e con molti altri signori e baroni del regno, di che seguitò molte ribellioni contro al re; e poco di poi el conte Iacopo che era per lui in Romagna, avendo cattivi pagamenti, s’accordò co’ franzesi con grandi partiti e vantaggi, e passò nel reame a’ favori loro. Di che el re vedendosi oppresso, ricorse a dimandare aiuto a’ potentati di Italia, pretendendo che per la lega fatta a Napoli e’ fussino obligati; da altra parte e’ franzesi facevono grande instanzia che el duca Giovanni fussi favorito; el papa ed el duca Francesco dettono aiuto al re Ferrando; e’ viniziani stettono neutrali. Cosi parve a Cosiino ed a’ piú savi che la cittá dovessi starsi a vedere, e tenere e’ panni a chi voleva annegarsi, e non mettere pe’ casi di altri lo stato suo a pericolo; e massime che per avere el re Alfonso dato nel 54 aiuto al conte Iacoj o quando fece impresa contro a’ sanesi, si poteva largamente