Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/164

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messe, a’ vespri, alle prediche, confessavansi e comnumicavansi spesso; ed el di di carnasciale si confessava uno numero grandissimo di persone; facevasi molte elemosine, molte caritá. Confortava tutto di gli uomini che, lasciate le pompe e vanitá, si riducessino a una simplicitá di vivere religioso e da cristiani; ed a questo effetto ordinò legge sopra gli ornamenti ed abiti delle donne e fanciulli, le quali furono tanto contradette dagli avversari sua che mai si vinsono in consiglio, se non quelle de’ fanciulli, che etiam non si osservorono. Fecesi, per le sue predicazione, moltissimi frati nel suo ordine, di ogni etá e qualitá, assai garzoni nobili e delle prime famiglie della cittá, assai uomini cii etá e riputazione: Pandolfo Rucellai, che era de’ dieci e disegnato oratore al re Carlo; messer Giorgio Antonio Vespucci e messer Malatesta, canonici di Santa Liperata, uomini buoni e di dottrina e gravitá; maestro Pietro Paolo da Urbino, medico riputato e di buoni costumi; Zanobi Acciainoli, dottissimo in lettere greche e latine; molti altri simili. In modo che in Italia non era un convento pari, e lui in modo indirizzava e’ giovani in su gli studi non solo latini ma greci ancora ed ebrei, da sperare avessino a essere lo ornamento della religione. Pi cosi fatto tanto profitto circa alle cose spirituale, non fece ancora minore opere circa lo stato della cittá ed in beneficio publico.

Cacciato Piero e fatto el parlamento, la terra rimase molto conquassata, gli amici dello stato vecchio in tanto grido e pericolo, che non bastando alla difesa loro Francesco Valori e Piero Capponi, era impossibile non fussino manomessi ed in gran numero, che sarebbe stata gran piaga alla cittá, per esservi molti uomini buoni, savi e ricchi e di gran famiglie e parentadi; fatto questo, nasceva disunione in quegli che reggevano, come si vidde lo esemplo ne’ venti, e dividevansi, per esservi piú di riputazione quasi pari e che appetivano el principato; seguitavane novitá e parlamenti, cacciate di cittadini e piú di una mutazione; e forse in ultimo una tornata di Piero violenta, con estremo esterminio e mina della cittá. Lui solo fermò questi impeti e movimenti, introdusse el