Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/22

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giava co’ baroni, udita la morte del padre, ne venne scognoseiuto in poste. Questo caso dispiacque assai alla cittá per la amicizia tenuta seco, e perché dubitava che, sendo gli Sforzeschi nuovi in quello stato, non si facessi qualche alterazione; ed inoltre che e’ viniziani, che sempre avevano temuta la virtú e riputazione di quello duca, morto ora lui, non rompessino guerra a’ figliuoli. E si consultò fussi bene fare ogni cosa per conservare quello stato, donde molti anni si era tratta la sicurtá della cittá; e però subito fumo mandati imbasciadori a Milano messer Bernardo Giugni e messer Luigi Guicciardini, che, oltre al condolersi e le cerimonie, ofterissino tutte le forze della cittá a’ bisogni loro, vegghiassino tutti e’ casi occorrenti e dessino aviso acciò die si potessi provedere. Giunti a Milano, trovorono e’ sudditi avere tutti data la ubidienzia, ma lo stato in gran disordine di danari, e qualche sospetto di guerra da’ viniziani; e però furono richiesti scrivessino a Firenze, pregando fussino serviti in prestanza di qualche somma di danari, pigliandone assegnamento in sulle piu vive entrate avessino.

A Firenze si messe in pratica questa dimanda e si concluse si servissino; e cosi si rispose agli imbasciadori ofíerissino ducati quarantamila, e che subito si proveríerebbe a fargli. E di poi trattandosi de’ modi, messer Luca, messer Agnolo e messer Dietisalvi, parendo loro modo da fare perdere la riputazione grande aveva Piero con lo stato di Milano, la cominciorono a impedire, in modo che non si potette mai fare conclusione di pagargli, con grandissimo carico e vituperio della cittá. Di qui sendo gli animi ogni di piú gonfiati, e bisognando che questa quistione si terminassi con vittoria delle parte, con tutto fussino ite atorno molte pratiche e simulazione di concordia e giuramenti e obligazione di cittadini, sendo ito Piero a Careggi, disegnorono gli avversari sua nel tornare di amazzarlo, e messono gente armata in Santo Antonio del Vescovo, donde Piero soleva tornare; del quale luogo loro si valevano per essere arcivescovo di Firenze uno fratello di messer Dietisalvi. Volle la buona fortuna di Piero e di quella casa che nel