Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/24

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e cosi per tutto el loro dominio, ritrassono parole ottime in generali, ma in particulare non potettono avere cosa alcuna per la quale si potessino assicurare della mente loro; andoronne a Milano, e quivi consultato quello fussi da fare, in capo di pochi giorni se ne vennono a Firenze. E perché questi pericoli si disegnavano communi cosi al re Ferrando come al duca e noi, si contrasse una lega particulare fra queste tre potenzie a difesa degli stati, e si disegnorono gli apparati che s’avevano a fare per la salute di tutti. Ma riscaldandosi ogni di piú questa mossa di Bartolomeo da Bergamo, parendo alla cittá che e’ signori collegati procedessino a’ provvedimenti molto lentamente, fu mandato messer Antonio Ridolfi a Napoli e messer Luigi Guicciardini a Milano a sollecitare si dessi colore a’ disegni fatti, e.si fece capitano di questa lega Federigo duca di Urbino, che subito colle gente nostre, di che era capitano el signore Ruberto Sanseverino, si ridusse in Romagna. Dove fra pochi di el signore Astore di Faenza, soldato della lega, détte la volta ed accordossi co’ viniziani; Bologna ed Imola erano per la lega, Peserò pe’ viniziani, Rimino piu tosto neutrale che in altro modo.

Parti Bartolomeo de’ terreni de’ viniziani circa allo aprile e prese la volta di Romagna per passare di quivi in Toscana e fare pruova voltare lo stato di Firenze; ed in sua compagnia era messer Agnolo Acciaiuoli, messer Dietisalvi e Niccolò Sederini. E come fu inteso Ravviarsi delle sue gente, el duca Galeazzo prese anche egli con buone gente la volta di Romagna per congiugnersi col duca di Urbino; fra’ quali era duemila cavalli a’ soldi nostri, perché di principio abondando al duca gente, ma mancandogli danari da metterle tutte in ordine, e la cittá non avendo gente abastanza, si soldo duemila cavalli di quegli di Milano e cosi si soppli a’ bisogni l’uno dell’altro. Venne ancora in Romagna don Alfonso di Davoles condottiere del re, e si congiunse col duca di Urbino, in modo che el campo nostro stava in campagna a petto di Bartolomeo Coglione; e finalmente, sendo venuto el duca Galeazzo in Firenze, ed alloggiato in casa Piero di Cosimo,