Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/253

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ciimente si condusse alia sua perfezione. Acquistòvi, fra gli altri che la favorirono, gran laude Piero di Niccolò Ardinghelli, giovane di trentuno o trentadue anni, che era de’ dodici, el quale, avendovi per conto de’ compagni parlato su piú volte, satisfece tanto a ognuno, che pochi di poi fu creato dagli ottanta commessario a Castiglione Aretino, e si fece una via da dovere avere tanto stato quanto uomo da Firenze, se non se l’avessi poi tolto da se medesimo.

Vinta questa provisione e dato principio alla riordinazione della cittá, usci la signoria; la quale avendo trovata la cittá in somma confusione, smembrato Arezzo con tutta quella provincia, Pistoia quasi perduta e ribellata, aveva rassicurata la cittá di Pistoia, recuperato Arezzo e ciò che si era perso in quella rivoluzione, ed in ultimo vinta la provisione di riformare lo stato, lasciato ognuno in somma allegrezza e speranza; e però usci meritamente con somma commendazione, sendo però ogni buona opera attribuita a Alamanno Salviati, Alessandro Acciaiuoli e Niccolò Morelli, e sopra tutto a Alamanno, in modo che e’ tre quarti di quella gloria furono sua.

Successe in luogo loro gonfaloniere di giustizia Niccolò di Matteo Sacchetti, a tempo del quale la cittá richiese el re che per sicurtá nostra ci concedessi che le sue gente che erano venute in Toscana, o almeno una parte di quelle sotto monsignore di Lancreb), rimanessino alle stanze in sul nostro. Rispose el re che era contento vi stessino qualche tempo, ma perché potrebbe essere che n’arebbe bisogno per sé, le voleva potere rivocare a ogni sua posta, non avendo rispetto se ci lasciassi provisti o no. Acconsentillo da principio la cittá; di poi non se ne sapendo bene risolvere, tutte le gente si partirono e tornorono in Lombardia; di che la cittá venne a entrare in nuovi pensieri, perché el re, sendo riconciliato con Valentino, prese la volta di Francia; ed el Valentino contro alla opinione di molti che credevano che lo dovessi menare (1) [Il ms. ha Lranc/i.)