Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/308

Da Wikisource.

bisogno, e quanto piú, che noi ci potremo scusare, non avere composto seco mentre era nella Magna, per la paura ci bisognava avere del re di Francia, mentre che era in Italia propinquo e potentissimo. Considerato adunche el tutto, doversi piú tosto seguitare la amicizia di Francia che dello imperadore; in che non essere di poco momento che noi non potavamo comporre collo imperadore se non dandogli danari e con sconcio nostro e con diffieulta; dove tenendoci con Francia, non ci correva noia alcuna, perché quello re, o non ci richiederebbe di nulla o solo di qualche gente di arme; di che lo potavamo servire sanza disagio e spesa, tenendole pagate per lo ordinario e non avendo a servircene a alcuna fazione. In su queste dispute tenendosene moltissime volte pratica r e’ dieci e negli ottanta, la risoluzione che si faceva era sempre che si aspettassi uno altro aviso da Francesco Vettori; dal quale intendendosi come le cose riscaldavano, e che era voce che gli apparati ordinati alla dieta dovevano essere in su’ campi a San Michele di settembre, si gli dette commessione praticassi accordo. F perché ogni cosa aveva a ritornare a danari, furono le prime chieste dello imperadore molto grande, insino a dimandare cinquecentomila ducati; di poi pure riducendosi a lega, venne a cinquantamila ducati. In su che tenendosi pratica, e deliberando, pe’ caldi avisi che venivano della Magna, darne commessione con certe limitazione, però el gonfaloniere, che desiderava avervi uno di chi e’ si potessi fidare e credergli, e fare forse non meno e’ fatti sua che della cittá, introdusse ne’ dieci che, per dubio che le lettere non capitassino male, sarebbe bene mandarvi uno che riferissi a bocca; e cosi non sendo chi si opponessi, ottenne che vi fussi mandato el Machiavello.

Trovavasi in detto tempo in Francia imbasciadore Giovanni Ridolfi, el quale tutto di avisava e’ potenti apparati del re e confortava e consigliava caldamente la cittá a non si volere partire da quella amicizia; in modo che ne acquistò carico grande e fu tenuto non facessi lo uficio di imbasciadore e di uomo prudente, e si diminuí assai assai della riputazione