Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/310

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si ritirorono nella Magna; da altra banda e’ tedeschi che erano nel Friuoli, sendo con poche forze e poco ordine, scaramucciorono col signore Bartolomeo, ed essendo rotti da lui, el signore Bartolomeo scoperta la loro debolezza, cominciò per commessione de’ viniziani a campeggiare le terre loro e prese Triesti, Gorizia, Fiume, ed acquistò uno stato a’ viniziani di entrata di cinquantamila ducati o meglio ed utilissimo, perché per molti passi di importanza era una forte guardia di tutti gli stati loro da quella banda. Sbigottito da questa percossa lo imperadore, ragunò una dieta di nobili a Ulmo, dove mancandogli sotto ogni favore, conchiuse in ultimo una triegua con viniziani, per virtú della quale tenendo e’ viniziani durante la triegua quello che avevano acquistato, gli avevano a dare ogni anno ducati trentamila. Questo fine ebbe el movimento dello imperadore, el quale aveva messo tanta paura al re di Francia, che spese una somma infinita di danari: messe in tale travaglio e divisione la cittá nostra, che per certo, se seguitava, si faceva qualche disordine; il che nasceva in gran parte per non intendere particularmente la veritá de’ sua processi.

Intesesi poi come lo imperadore aveva insino l’anno dinanzi, insino quando el papa parti da Bologna, tenuto pratiche di passare in Italia, col papa che era adirato col re e co’ viniziani che temevano dello sforzo che faceva per la impresa di Genova; di poi avendo fatto beneficio a’ viniziani, quando el re prese Genova, con fare dimostrazione di favorirgli se el re gli offendessi, si persuase tanto che dovessino essere dal suo, benché altrimenti in particulare non si fussi assodato con loro; credette ancora che e’ svizzeri, benificati molte volte e favoriti da lui contro a’ principi della Magna, lo seguitassino. E però quando fece la dieta a Gostanza, sendo riscaldati gli animi de’ tedeschi a questa impresa, e proponendo volere fare uno grosso esercito e disegnare capitani in nome dello imperio e fare la guerra per lo imperio (la quale deliberazione se si faceva, era facile cosa che passassino in Italia potentissimi) lo imperadore che desiderava fare la impresa per sé, acciò che