Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/33

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ciono risoluzione che el vero modo fussi che el papa praticassi una lega generale di tutta Italia ne’ modi si era fatto a tempo di Niccola e poi di Paolo, mostrando farlo per volere pensare alla difesa della religione contro al turco. E fu la opinione loro che e’ viniziani l’avessino a accettare facilmente per trarre sussidi contro a’ turchi, da’ quali erano molto oppressati; e stando questo, se el duca ed e’ fiorentini non ci volessino concorrere, sarebbe rotta la unione loro; concorrendoci, col fare questa lega generale sarebbe dissoluta la particulare. Fu cognosciuta da’ signori collegati questa arte; e però, mandando imbasciadori unitamente a Roma con ordine non si separassino mai l’uno dall’altro, ma che intervenissino a ogni pratica ed audienzia o col papa o alcuno cardinale, communemente si rispondessi essere contenti di fare la lega generale con riservo nondimeno della particulare. La quale risposta non piacendo al papa e re, si roppe questa pratica; e pochi mesi poi si rappiccò, tendendo el papa e re pure al fine di rompere la particulare. El quale disegno diventava loro ogni di piú facile, per avere e’ viniziani uno ardentissimo desiderio che e’ principi cristiani concorressino alla impresa contro al turco, e d’altra parte sendo el duca di Milano molto alieno, perché gli pareva, stando e’ viniziani in guerra, avere da non temere di loro; dove, quando fussino in pace, non gli pareva essere cosi sicuro del suo stato. Di che fra e’ viniziani ed el duca cominciò a nascere qualche ombra, in modo che el duca fu talvolta in disposizione, ed e ti am ne tenne pratica, di riunirsi e collegarsi col re; la qual cosa non messe però a effetto, forse presentendo che la cittá non vi sarebbe concorsa, per dispiacergli volubilitá e mutazione tanto spesse. Seguitò di poi per principio di cose e movimenti grandissimi la morte del duca Galeazzo, el quale nel 1476 a di 26 di dicembre, el di di santo Stefano, fu morto in Milano da Giovanni Andrea da Lampognano; e perché era rimasto di lui uno piccolo figliuolo chiamato Giovan Galeazzo, si dubitò