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VII.
Fatta questa pace, stette Italia in quiete insino all’anno 148[2]; nel qual tempo sendo nate alcune discordie tra e’ viniziani ed Ercole duca di Ferrara rispetto a’ confini ed antique convenzione loro, e non potendo e’ viniziani sopportarle, sì per la loro superbia naturale, sì etiam per essere usi a disporre molto di quello stato; e da altra parte Ercole faccendo piú renitenzia che pel passato, per confidarsi in essere genero del re Ferrando e nella lega aveva con lui, con Milano e Firenze; ed ultimamente sendo el vicedomine che stava in Ferrara per la signoria di Vinegia scomunicato dal vicario dello vescovo, lo effetto fu che e’ viniziani deliberorono rompergli guerra, con consiglio e consenso ancora di papa Sisto. E parendo loro che la vittoria consistessi nella prestezza, disegnorono una armata grossa in Po e due campi per terra, uno dalla banda di Ferrara sotto el signore Ruberto da Sanseverino, l’altro in Romagna sotto el magnifico Ruberto Malatesta, e cominciorono potentemente a infestare lo stato di Ferrara. Da altra banda e’ signori collegati risentendosi non tanto per gli oblighi della lega, quanto pel pericolo commune a tutta Italia se e’ viniziani si insignorivano di quello stato,