Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/86

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mettere fra’ sospetti el menarsi drieto un numero grande di staffieri colle arme, e’ quali lui favoriva assai, dando a alcuni spedali e luoghi pii, perché la novitá de’ Pazzi ne fu cagione; nondimeno non era spezie di una cittá libera e di uno cittadino privato, ma di uno tiranno e di una cittá che servissi Ed insomma bisogna conchiudere che sotto lui la cittá non fussi in libertá, nondimeno che sarebbe impossibile avessi avuto un tiranno migliore e piú piacevole; dal quale uscirono per inclinazione e bontá naturale infiniti beni, per necessitá della tirannide alcuni mali ma moderati e limitati tanto quanto la necessitá sforzava, pochissimi inconvenienti per volontá ed arbitrio libero: e benché quegli che erano tenuti sotto si rallegrassino della sua morte, nondimeno agli uomini dello stato ed ancora a quegli che qualche volta erano urtati, dispiacque assai, non sapendo dove per la mutazione delle cose a vessino a capitare. Dolfe ancora molto allo universale della cittá ed al popolo minuto, el quale del continuo era tenuto da lui in abondanzia, in piaceri dilettazioni e feste assai: dette grandissimo affanno a tutti gli uomini di Italia che avevano eccellenzia in lettere, in pittura scultura o in simili arte; perché o erano condotti da lui con grandi emolumenti, o erano tenuti in piú riputazione dagli altri principi, e’ quali dubitavano, non gli vezzeggiando, non se ne andassino da Lorenzo. Lasciò tre figliuoli maschi: Piero, el primo, di etá d’anni circa ventuno; messer Giovanni cardinale, el secondo, el quale poche settimane innanzi alla sua morte aveva ricevuto el cappello ed era stabilito nella dignitá del cardinalato; Giuliano, el terzo, ancora fanciullo. Fu di statura mediocre, el viso brutto e di colore nero, pure con aria grave; la pronunzia e boce roca e poco grata perché pareva parlassi col naso. Sono molti che ricercano chi fussi piú eccellente o Cosimo o lui; perche Piero, benché di pietá e clemenzia avanzassi l’uno e l’altro, fu sanza dubio inferiore di loro nelle altre virtú. Nella quale quistione pare da conchiudere che Cosimo avessi piú saldezza e piú giudicio, perché lui fece lo stato, e da poi che l’ebbe fatto, se lo godè trent’anni sicuramente,