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D’UDINE 33

ra della chiesa. La tavola dell’altar maggiore colla Vergine in gloria ed alcuni santi è di Fulvio Griffoni, ma pare del Palma. Le due laterali spettano ad Eugenio Pini. La prima ha l’iscrizione e l’anno 1664, in cui fu fatta: la seconda è ben composta, ma d’un colorito inamabile.

IL GIARDINO

Ha, dove il Sole tramonta, la magnifica vista del castello e della collina, su cui è piantata, la quale è tutta coperta, quando si danno le corse dei barberi, dal popolo curioso, che offre uno spettacolo singolare. Alzasi dirimpetta il tempio della beata Vergine delle Grazie, e il suo immenso convento: dai lati torreggia una lunga fila di palazzi, e di minori case pittorescamente disposta, una porzione delle quali lambita viene dall’acqua, che poi a formar va in un canta del giardino un’isoletta ed un lago. Venne il pensiero agli Udinesi nel tempo dell’italico governo di riformarlo, mentre allora all’occhio indagatore non offriva, che lunghi viali irregolarmente piantati. Sì fatta idea ben concepita, se si vuole, non sortì poi una corrispondente esecuzione. lmperciocchè senza pensare di covar partito falice dalla singolarità della situazione, senza renderla oggetto di meditazione a qualche classico ingegno italico, ebbono ricorso ad un cotal Antonio Lerner ingegnere polacco, il quale, tagliati gli antichi, maestosi alberi, tirar fece nel mezzo una regolarissima elissi.

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