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130 da boscolungo ai bagni di lucca


«Attraversai la valle del Sestaione sopra un ponte che mette capo alla foresta di abeti, già menzionati, e che termina la valle. La foresta è solcata da molti sentieri, alcuni dei quali praticabili col mulo. Io seguitai quasi in linea retta per la collina, finchè uscii dalla parte più fitta del bosco, vicino ad un piccolo stagno, chiamato, come ho saputo più tardi, col pomposo nome di Lago di Greppo.

«Questo luogo e gl’immediati dintorni, detti Lavacchia, una specie di bacino sotto la vetta del Poggione, meritano di esser visitati, quand’anche si dovessero percorrere più miglia per giungervi. Non un solo viaggiatore dovrebbe visitare Boscolungo senza compiere questa escursione. Con poca spesa si potrebbe rendere mulattiera la strada. Si tratterebbe solo di estirpare i cespugli e di ristabilire qualche breve tratto assai guasto. Se è bello lo spettacolo descritto più sopra per la varietà dei colori, qui è più magico ancora per la selvaggia solitudine del luogo. Giacciono qua e là distesi sul suolo grossi tronchi di abeti, la cui mole fa singolare contrasto con la piccolezza e la degenerazione della razza presente in questa foresta. Alcuni giganti, rari superstiti, stanno ancora ritti sulle radici, ma logori, privi di foglie e di scorze, quasi dicessero ai loro fratelli che vano è lo sperare di resistere alla bufera ed al fulmine, che atterra e colpisce anche i più forti. Tutto ispira calma e pace intorno al lago, le cui acque riflettono l’azzurro del cielo.

«Quando io mi sono informato a Boscolungo