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riconciliazione. 117

tenzione di sposare la signorina... zitto! io sono a parte dell’arcano; io ho portato la lettera... non faccio per dire, ma....

— Tonino... non dir bugie!

— Bugie! gridò il giovanetto spalancando gli occhi.

— Che mi parli di lettera, di sposo?...

— Dico la verità. Cecilia Rigotti è diventata smorta e poi rossa nel leggere la lettera dei maestro Polli; un ometto piacente in fede mia. Capisci? diamine! doveva accadere. La Rigotti lascia l’idea del convento per quella del pollaio... ah, ah, ah!... e la dote che ha raccolta per farsi monaca la spende in tanti abiti da promessa sposa. — Bene? andiamo dunque a mangiare.

Paolina restò di sasso. Le ore passavano quasi per incanto, assorta com’era in pensieri confusi. Non contemplò più nella sua fantasia Cecilia Rigotti nella santa, pericolosa poesia dell’abito monacale, ma parvele di vederla nella veste di sposar carica di ornamenti acquistati con le quattrocento lire di suo marito.