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riconciliazione. 127

camminando su e giù per la camera; tutto è finito! Sì, tutto è finito! Ci abitueremo alla vita dell’indifferenza!... nessuna fiducia, un contegno da estranei, il dispetto e poi la noia, e poi... La voce di Tonino urlò disotto alla finestra:

— Il pranzo è pronto, signori.

— Sì, tanto meglio; andiamo a pranzare. Ciò che v’ha di meraviglioso nella vita dell’uomo è l’ordine incessante col quale si ripartono le ore in qualsiasi condizione si trovi l’anima sua. Si pranza, si lavora, si dorme dopo aver pianto, dopo aver desiderato d’esser sotterra, dopo d’aver creduto di non riposare mai più! tanto meglio! andiamo a pranzare.

Offerse la mano a sua moglie con uno strano sorriso sul labbro; non era più l’avvocato Zaeli. Paolina lo guardava attenta. Nel suo cuore si sprigionava una voce che saliva, saliva alla gola, nè potè trattenerla.

— Stranieri l’uno all’altro, noi?... gridò con affanno. Noi? ma piuttosto morire!

L’avvocato balzò alla finestra.