Pagina:Guidi - Riconciliazione, 1897.djvu/58

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58 tommasina guidi.

siderio le ore, e rifuggiva a lampi dal pensiero di veder comparire la signorina Rigotti; voleva sentirsi tranquilla e si convinceva di essere unicamente esaltata. Si propose di essere più bella del solito e indossò un abito color di rosa; dopo mezz’ora riflette come la gajezza della tinta potesse spiacere all’ospite che aveva il bruno grave, e si spogliò, e scelse l’abito bianco, ma si trovò orribilmente pallida in mezzo alle nivee pieghe inamidate. Malcontenta di sè, si lasciò trascinare a piccinerie da donna comune; studiò dinanzi allo specchio il gesto, il sorriso, il contegno a cui doveva attenersi e concluse nell’intimo del cuore, essere molto ardua impresa il voler essere generosi per solo progetto. Vestita definitivamente di un vestito grigio a nastrini azzurri, si trovò avvenente, eppure fra la sua immagine ed il cristallo lusinghiero, s’inframmetteva come una insidia, la bruna testa di Cecilia Rigotti, su la quale neppure un velo di profonda mestizia pareva sufficiente a coprire l’audacia e l’impertinenza.