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l’infido Turco e ’l perfido Lutero;
e sotto il suo Gorgon sicuro rendi
115 il popol tutto; ed io, ben ch’un impero
di picciol scettro e poche onde abbia meco,
fido verronne a tanta impresa teco. —
Il Clitunno avea seco un bianco tauro (*)
e, poi che a lui l’offerse,
120 il cuor divoto in queste voci aperse:
— Poi che sotto il tuo impero e dentro il seno (*)
il candido Clitunno si raccoglie,
onde di tuoi trionfi e di tue spoglie
teco sen va superbo al mar Tirreno;
125 colmo di riverenza e d’amor pieno,
che, spenti i trist’umor d’atre erbe e foglie,
purghi la terra e ’l gregge, onde si coglie
frutto soave e senza alcun veleno;
e, per lo scettro sopra i fiumi dato,
130 quasi a nuovo Nettuno, ti consacra
capo di bianchi armenti un forte tauro.
Questo non men che gemme, argento ed auro
conviene a te che sei pur cosa sacra,
sol per vittorie e per imperi nato. —
135 Io pur stava a mirar attento e fiso (3)
dopo un cespuglio, e maraviglia e tema
mi facevano al cuor si grave assalto,
•che non so s’io ricorderommi appunto;
ma mi par che la Nera, anch’essa umile,
140 un ramo tolto a’ salci umidi e lenti
porse con questi accenti :
— Questo arboscel che pioggia e venti sprezza (4)
e sempre al taglio piú verde risorge,
(1) Del Coppetta [Ed.].
(2) Di Antonio Oradini [Ed.].
(3) Del Coppetta [Ed.].
( 4 ) D’ignoto [Ed.].