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CXCIV
Il trionfo del Tempo.
Benché sul carro trionfante io vegna,
perché paio il bisavol di Nabucco,
3 voi mi farete un volto da matregna.
Chi ha canuta la barba o bianco il zucco
vi puzza, o donne, e non porgete orecchio
6 a quei che han sol ne le parole il succo.
Pur veggio che d’udir fate apparecchio,
vedendomi queste ale, e disiate
9 saper chi sia questo uccellaccio vecchio;
ed io, perché voi ben mi conosciate,
son venuto oggi in questo abito antico,
12 con queste crocce e con le spalle alate.
Non sono uccel, però, ma ben vi dico
son d’ogni uccel piú presto e piú leggiero,
15 e di sempre volar sol mi nutrico:
se non credete ch’io vi narri il vero,
contemplatemi ben dal capo al piede
18 e con gli occhi accordate anche il pensiero.
Maggior è ’l mio poter ch’altri non crede:
questo corpo, che par debile e fiacco,
21 ogni cosa creata alfin possedè;
di correr mai, mai di volar son stracco,
e ’l mio perpetuo corso e ’l volo eterno
24 su gli occhi vostri pone il mondo a sacco;
sotto la mia custodia e ’l mio governo
volgonsi gli anni, i mesi, i giorni e l’ore
27 e primavera, estate, autunno e verno.
Donne, per me gioventú nasce e muore,
nel vostro volto per me surge e cade
30 de la bellezza il momentaneo fiore,
e questa vostra fresca e bella etade
un giorno vi parria, se vi accorgeste
33 de la mirabil mia velocitade.