Pagina:Guidiccioni, Giovanni – Rime, 1912 – BEIC 1850335.djvu/302

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Non ha corpo né schiena o cima o fondo
e, perch’egli è piú che ’l «dixitte» antico,

36 ognun va in nobiltate a lui secondo;

né per ciò se ne gonfia, anzi è nimico
de’ superbi e de’ ricchi, e ’l vedrai gire
39 sempre con qualche fallito o mendico.

Quando un non sa quel che si fare o dire,
costui li siede a canto e l’intertiene
42 e par ch’ozio, riposo e sonno spire.

S’un ti dice: — Che fai? — sempre ti viene
in bocca: — Noncovelle; — e i contadini
45 n’ han le bocche e le panze oggidí piene.

Se avessi in casa ben mille fiorini,
quando ti porti noncovelle addosso,

48 non ti bisogna temer d’assassini.

Mi rincresce, compar, ch’oggi non posso
porvi in man noncovelle intiero e puro,

51 com’a dir darvi la carne senz’osso.

Per mostrar ben questo soggetto oscuro
bisognerebbe l’accademia nostra
54 con quante scole sono in sopramuro.

Il gioco spesso e la taverna il mostra;
ma se volete andar per vie piú corte
57 donate a me tutta la roba vostra.

Si vede scritto ancor sopra le porte
d’un bel palagio e ne’ taglieri impresso:

60 io l’ho veduto quando stava in corte.

O fortunato un mio compagno adesso,
poi che gli ha dato nel suo capo albergo
63 e vi torna alloggiare spesso spesso!

Gran cose ed alte in piccol foglio vergo:
tacer questo segreto almen dovea
66 o non dirlo ad altrui se non in gergo.

Giá noncovelle un ricco stato avea:
e, cupido a regnar quel gran romano,

69 Cesare o noncovelle esser volea;

e chi sa che non fosse capitano
e tra lor non cadesse invidia o gara;

72 non disse giá quelle parole invano.