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II
FRANCESCO COPPETTA BECCUTI
A fragil canna ogni mia speme in erba.pag. 185
A randare, a la voce, al volto, ai panni.» 281
Al gran nome d’Ottavio, che rimembra.» 219
Alma reai, che nel piú saggio seno.» 203
Alme pure, innocenti, che nel cielo.» 243
Alte grida mandai dal cor profondo.» 327
Amor, che voli ai bei pensieri in cima.* 230
Amor m’ha posto come scoglio a l’onda.* 128
A piè d’un tronco, le cui foglie dianzi.» 155
Archita, che la terra e ’l mar sovente.» 253
Aspre montagne e cave intorno intorno.» 151
A te, signor, che con paterno impero.» 206
Beato l’uom cui dona il re del cielo.» 324
Benché sia grave e rio.» 325
Benché sul carro trionfante io vegna.* 293
Ben mi mostrar di crudeltade insegna.» 150
Ben mi provai non giá d’acquistar fama.» 241
Ben puoi tu andarne, o colle Augusto, altèro.» 244
Caracciol mio, se l’amorosa chiave.» 155
Cecco, perch’io giá fui persino agli occhi.» 287
Chiamar beato Iddio ben si potea.» 148
Chi poti le labbra su le vostre rose.» ni
Chi si fida in altrui quanto è mal saggio!.» 279
Come augellin che va di ramo in ramo.» 245
Come, crudel, potesti esprimer dianzi.» 96
Come nulla qua giú diletta e piace.» 175
Conosco ben che queste basse rime.» 236
Con veloci pensier, con passi lenti.» 179
Corre ’l sesto anno, s’al contar non fallo.» 170
Da’ bei vostri occhi raggia un sole ardente.» 95
Danzar vid’io tra belle donne in schiera.» 93
Da quel giorno ch’udir mi fu concesso.» 149
De l’arbor suo pensando al terzo danno.» 183
De le bellezze il colmo e l’eccellenza.» 98