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CXXIII

A fra Bernardino Ochino da Siena
sul medesimo argomento.

( 1538 )

O sante figlie deTeterno Sire,

Fede, Speranza e Caritá, ch’avete
spesso assalito il core, or pur sarete
vittoriose del suo folle ardire.

Fuggesi giá l’antico uso e ’l desire,
ché non può cosa indegna ove voi sete;
giá tra le schiere de’ beati liete
la virtú vostra mi si fa sentire:

si dolce adorna il dicitor celeste
i vostri merti e si nel vostro foco
le sue parole e lo mio spirto accende.

De le repulse che vi die’ moleste
il cor, che ardi soverchio e vide poco,
duolsi e v’inchina con divote emende.

CXXIV


Forse per Ippolito d’Este sacrato cardinale,
(dicembre 1538)

Piú di voi ’l Po che d’altra gloria altèro,
rendendo al mare il suo tributo usato,
gli dice:—Tosto avrem piú lieto stato,
se per vera virtú s’acquista impero;

ché par non ha ne la magion di Piero
l’alto Ippolito mio, cui il cielo ha dato
d’esser prudente, giusto e temperato
e forte a quanto brami, a quant’io spero.

A Tacque tue s’inchinerá il Tirreno,
a le mie ’l Tebro, e noi, lor grati, andremo
a ringraziar del ben locato onore.

Giá ’l fato rio ch’a lui tener nel seno
vietò la nuora del Fattor supremo,
duolsi e prepara emenda a tanto errore.