Vai al contenuto

Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/155

Da Wikisource.

BARRIERA DELLE CURE. 125

de’ Rossi di Parma, moglie di Andrea di Mariotto Minghi scultore e l'anno dopo, essa la lasciò al fratello Stefano de’ Rossi. Caterina di Pietro Rossi, nel 1652, la portò in dote a Jacopo Ghettini che nel 1662 la vendè a Domenico di Giovanni Gattolini fiesolano. Fu de’ Gattolini fino all’anno 1770 nel quale la compravano i Mori-Ubaldini possedendola fino ai primi del decorso secolo.

Il Pozzo di S. Rosalia o le Coste. - Villa Pagni-Tempestini. — Un pozzo esistente fino da tempo remotissimo sulla pendice del poggio della rocca fiesolana, dette il nome di Pozzo a questa località e a due antiche ville che agli ultimi del xiv secolo appartenevano alle potenti famiglie Strozzi e Razzanti e che più tardi vennero ridotte a modeste case da pigionali. Questo pozzo fu in seguito intitolato a S. Rosalia, nome che divenne proprio di una casa edificata a’ primi del XVI secolo dalla famiglia Giuntini del gonfalone Ruote, che altri beni possedeva qui attorno.

Nel 1559, per sentenza dei Conservatori di Legge la villa fu assegnata ad Alessandra di Michele Chellini moglie di Dato Migliorati, la quale la vendè nel 1576 ai Marucelli. La ricomprò nell’anno stesso Pietro Migliorati e dai successori di lui acquistavala nel 1630 Giovan Francesco Ulivieri che l’ampliò notevolmente. Per eredità passò nel 1762 nei Martellucci, quindi nel 1772 nei Nardi di Pratovecchio che la vendevano nel 1776 a Giovan Leonardo ed altri fratelli Lessi. Dipoi fu Tempestini.

Spicchierello o le Coste. - Villa Vetri. — Si diceva in antico anche la Torricella ed apparteneva ai Busini. Stella vedova di Francesco Busini e moglie in seconde nozze di Lionardo intagliatore, donò tuttora vivente, casa e podere allo Spedale di S. Maria Nuova nel 1416. Nel 1453 gli ufficiali delle vendite del Comune l’alienavano a Biagio di Papi e nel 1535 da Cammilla vedova di Papi di Jacopo la casa da signore passò a Domenico di Piero Gherucci che l’alienò a Gherardo di Giovanni tavolaccino. Per dote della moglie l’ebbe nel 1542 Agnolo di Giulio della Mirandola speziale al Pagone che la rivendè ad Achille Venturini: e da Venturini la comprava nel 1578 Fiammetta di Orlando Orlandi. Numerosi passaggi di possesso si seguono