Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/288

Da Wikisource.
246 I DINTORNI DI FIRENZE.

molta parte la sua vetusta struttura, colle mura di filaretto, colle tre absidi e col campanile di forma assai singolare. Cosi pure rimane il carattere di severa antichità alla vicina canonica in mezzo alla quale si apre un chiostro del XIV secolo, con loggiato retto da esili colonnette. Precede la chiesa un portico sotto il quale sono i resti di un grande affresco del XVII secolo che rappresenta la sfarzosa cavalcata che accompagnò il Pontefice Leone X quando il 2 gennajo del 1515 insieme a cinque cardinali si recò a visitare l'immagine della Madonna, signorilmente accolto dal Pievano Francesco Da Castiglione. La porta della chiesa ha decorazioni di pietra del più gentile carattere del rinascimento. L’interno ha subito notevoli alterazioni, perchè due delle absidi vennero chiuse e molte aggiunte più moderne hanno sensibilmente turbato la severità solenne del vecchio edifizio. Di fianco alla porta è un caratteristico sarcofago di pietra con padiglione e sculture di bassorilievo, opera del 1244 destinata ad accogliere le spoglie di varj della famiglia de’ Filitieri Da Castiglione. Entro un tabernacolo ricchissimo di ornamenti di carattere barocco, si conserva l’immagine oggetto di secolare venerazione. Consiste in una figura seduta della Vergine che tien ritto dinanzi a se il fanciullo Gesù, modellata di terracotta e colorita. Ha i caratteri dell’arte del XII secolo e fu qui collocata nel 1285. Le pareti, la volta e l'archivolto della cappella sono adorni di affreschi attribuiti a Bernardino Poccetti.

Dentro la piccola abside a destra dell’altar maggiore potei rilevare resistenza di buoni affreschi del XIV secolo che rappresentano i Santi Girolamo, Antonio Abate e Barbera.

Ricca di opere d’arte è pure l'annessa canonica. Sotto il portico del chiostro sono resti di affreschi dipinti di verde terra e d’eguale fattura sono il Cenacolo e la storia del giudizio di Salomone che adornano le pareti del salone ad uso di refettorio. Tradizionalmente si attribuiscono cotesti affreschi a Paolo Uccello; ma l'attribuzione non è giustificata nè da documenti, nè da prove di fatto. Sono lavori caratteristici della fine del XIV secolo che piuttosto si avvicinano, per quanto di fattura più rozza, ad alcune