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BARRIERA DEL PONTE ALLE MOSSE. 345

bella piazza dalla quale si biforcano le vie Pistojese e Lucchese. Corrisponde su questa piazza l’antica chiesa parrocchiale, dinanzi alla quale il popolo di Peretola e di Petriolo eresse in onore del generale Garibaldi, una statua di bronzo, pregevole opera dello scultore Garella. Sulla facciata della Compagnia della SS. Annunziata il Comune di Brozzi, del quale il borgo di Peretola fa parte, appose una lapide in onore di Amerigo Vespucci a ricordo del luogo d’onde la famiglia di lui ebbe origine.

Motrone o il Palagio degli Spini. - Villa Bargagli-Petrucci. — In mezzo ad una vasta estensione di campi e dì praterie che da’ piani di Novoli si spingeva fin quasi alle porte del castello di Campi, inalzava orgoglioso la sua massa severa un palagio che poteva dirsi piuttosto un fortilizio, di forma ottagona, difeso oltre che dalle sue mura gagliarde, dal profondo fossato che lo circondava, attraversato soltanto dal ponte levatojo. Era il palagio campestre degli Spini, una delle famiglie che nell’inquieto periodo delle fazioni esercitò al massimo grado autorità e potenza nell’andamento delle pubbliche cose. Il palagio di Motrone, posto all’estremità del borgo di Peretola dal lato di Firenze, poteva considerarsi anche come un baluardo a guardia e difesa di Firenze, perchè dominando tutte le vie principali che da questo lato facevan capo alla città, era luogo di sicuro asilo anche per le milizie poste a custodia di quel passo importante. Ma la rabbia delle fazioni non risparmiò nemmeno cotesto palagio, perchè dopo Montaperti, i ghibellini ebbri del trionfo, sfogarono tutto lo sdegno che nutrivano contro gli Spini, potenti campioni della parte guelfa, smantellando e abbattendo la loro forte dimora. Passato il triste periodo, l’edilizio fu da’ suoi possessori rialzato dalle rovine, ma allora da castello si trasformò in semplice palazzo di villeggiatura, dimora però ricca e sontuosa dove gli Spini poterono esercitare signorilmente l’ospitalità, accogliendovi principi, cardinali, ambasciatori che per la via di Pistoja si dirigevano a Firenze. Fu in questo palazzo che Geri degli Spini capo potente di parte Nera, tanto potente che per molti anni poteva dirsi quasi signore di Firenze, potè goder colla