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BARRIERA DEL PONTE ALLE MOSSE. | 349 |
tuttora di acque, quando nelle invernate piovose esse non trovano sufficente esito nei fossi che l’attraversano.
S. Croce all’Ormannoro. — Sulla riva del fosso che da nome alla pianura venne edificato nel 1250 un piccolo convento dove, sfidando la tristezza del luogo paludoso e deserto, si stabilirono pochi eremitani di S. Agostino. Papa Alessandro IV nel 1253 prese sotto la protezione della Sede Apostolica il nuovo convento, assegnandogli varj beni di chiese del territorio di Pisa e di Volterra e più tardi, nel 1305, la potente famiglia degli Spini dotò la chiesa che vi era annessa e ne acquistò il patronato. Quasi nello stesso tempo venne annesso al convento un piccolo spedale per accogliervi i pellegrini ed i passanti colpiti dalle febbri. Nel 1461 gli Spini conservavano ancora il patronato di S. Croce all’Ormannoro, ma del convento e dello spedale, passati per qualche tempo ai Carmelitani, non si hanno più altre memorie alla fine di quel secolo.
L’edìfizio, ridotto oggi ad uso di agenzia rurale, conserva il suo primitivo carattere ed esiste tuttora la modesta chiesetta sulla facciata della quale è lo stemma degli antichi patroni.
A breve distanza da S. Croce, nel punto in cui la via piega bruscamente verso tramontana traversando sopra un ponte il Posso dell’Osmannoro e il Fosso Reale, è
Maccione. — Questo nome che in tempi lontani si trova trasformato in Macione ed anche Maggione, è proprio di un’ampia tenuta, composta in gran parte di praterie soggette alle alluvioni, di campi e di cascine, situata nel luogo dove il torrente Gaville si collega ai fossi di scolo della pianura dell’Ormannoro. Ne’ tempi lontani questi beni erano assai frazionati; vi possedevano i Rucellai, gli Spini, i Del Troscia ed i frati Vallombrosani di S. Jacopo tra i Fossi di Firenze, proprietarj del fabbricato che fu dipoi dei Corsi e che oggi serve ad uso di agenzia e di magazzini della tenuta.
Dopo Maccione si entra nel territorio del comune di Campi e lungo la via cominciano poco dopo numerosi gruppi di case che si potrebbero dire subborghi popolatissimi dell’antico castello di Campi.