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Pagina:Guido Carocci I dintorni di Firenze 01.djvu/90

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BARRIERA DELLA QUERCE. 72

dova di Lorenzo Del Frate la vendè nel 1698 agli Eschini di Palazzuolo da’ quali per fidecommisso pervenne nei Pandolfini. Da questi passò nel 1753 nei Borgherini, nel 1764 nei Della Stufa, nel 1796 nei Ferrari, poi fu Spadini, Frangiolini, Hall, Mariotti, Vanni. L’attuale possessore Conte Pier Filippo Covoni Girolami l’ha fatta interamente restaurare, dandole il carattere architettonico del XVII secolo.

La Querce. - Villa Trenk-Donner — Podere di proprietà fin da tempo remoto de’ monaci Camaldolesi di S. Benedetto al Mugnone, passò nel 1529 dopo la distruzione di questo monastero ai Frati degli Angeli che vi edificarono una cappella dedicata a S. Antonio. Alla soppressione francese, venne indemaniata e venduta nel 1810 a Guglielmo Thaon. Fu dipoi Tonelli, Modena, Coen, Servadio e per qualche anno appartenne anche ad Ismail Pascià viceré d’Egitto.

La Querce. - Villa Herron. — Ultima delle ville di Majano, lungo la via che scende a Coverciano, fu nel 1427 dei Baldovini che nel 1483 la vendevano ai Beni vieni e fu di Pagolo medico illustre, di Domenico canonico e di Girolamo letterati appartenenti all’accademia platonica e seguaci delle dottrine di Fra Girolamo Savonarola. Estinta questa famiglia, la villa passò a Ridolfo e Niccolò Gianni e questa famiglia che la fece ampliare e restaurare, la tenne fino alla morte dell’ultimo de’ suoi, Ridolfo di Niccolò che insieme al nome la lasciava in eredità al Senatore Giuliano Leonetti-Mannucci. Modernamente fu Vegni, Del Punta e Cecconi.

Il Palagio a Majano. - Villa Aiazzi. — Posta lungo la via che conduce a Fiesole, sopra un’altura che domina il villaggio di Majano, questa villa fu in antico un palagio forte e turrito e dubito che da questo avesse origine la tradizione dell’esistenza d’un castello di Majano. Per quanto più volte restaurata ed alterata, la villa serba tracce della sua originaria struttura di un palagio posto fra due massicce torri di difesa. Fin da tempo remoto fu dei Tolosini e Brogliolo di Giovanni lasciò con suo testamento del 1457 che vi si erigesse accanto un tabernacolo in onore di S. Michele, dove si potesse celebrare la messa. Delfina dei