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barriera di s. niccolò 43


L’Olmo. - Casa Morrocchi. — Oggi è una specie di casale, un pittoresco ed antico fabbricato che un tempo servì ad uso di villa. La possedeva a’ primi del xv secolo la famiglia Del Vermiglio, consorte dei Sertini e come loro originaria da Castelfiorentino. Verso il 1480 il possesso passò nei Serguidi ed i figli di Ser Iacopo di Ser Guido la vendevano nel 1498 a Maddalena Lapaccini vedova di Antonio Giraldi. Essa lasciò la villa in eredità a Girolamo ed altri tìgli di Girolamo Parigi che poco dopo la vendevano a Mario di Andrea Granacci. Parte del possesso fu venduto nel 1566 dalla figlia di Andrea Granacci a Francesco di Gio Battista Gabburri che più tardi entrava in possesso anche dall’altra parte toccata in certe divise a Francesco di Gio. Batta Giordani. Appartenne ai Gabburri fino a che, in tempi moderni, questa famiglia non venne ad estinguirsi e quando non serviva più ad uso di villa.

Il Carduccio o Rimaggio. - 'Casa della Cappella di S. Andrea. — E un casale composto di varj fabbricati, uno dei quali per l'ampiezza e per l’eleganza della costruzione dimostra di aver servito un giorno ad uso di villa. Ed infatti fino da’ primi del xv secolo era qui una casa da signore della famiglia Carducci alla quale appartenne fino all’anno 1519 in cui Niccolò Carducci la vendeva a Bastiano di Manetto Parigi. Da’ Parigi la compravano nel 1596 Gherardo ed altri figli di Bartolommeo Andreini, d’una famiglia originaria di Vicchio, i quali la costituivano in dote della loro cappella posta nella chiesa di S. Lorenzo a Vicchio.

Rimaggio - Villa Fedeli . — La famiglia Fazzi che aveva le case nella Via di S. Romeo, oggi de’ Neri, possedeva fin dai primi del xv secolo questa casa da signore che Antonio d’Agnolo lasciava nel 1575 in eredità alla sorella Lessandra moglie di Piero Bartolommei.

Da quell’epoca fino a’ primi del decorso secolo, la villa restò fra i possessi della famiglia Bartolommei.

Casoli. - Villa Rigacci. — Non è di antichissima costruzione, perchè alla fine del xvi secolo era casa da lavoratore che nel 1615 Giovanni di Francesco Masselli lasciò per testamento a Vincenzo di Battista Di Nello. Gli