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76 i dintorni di firenze

la villa a Bartolo di Lapo Dini del Lion Rosso, che la lascio in eredità al nipote Domenico di Benincasa. L’ebbe in dote nel 1531 Ginevra figlia di Domenico- Dini e moglie di Cristofano di Giovanni Pelli merciajuolo. I procuratori della figlia di Baccio di Cristofano Pelli la venderono nel 1594 ad Andrea di Lionardo Buini e nel 1764 il dì 8 novembre alla morte del Cav. Andrea d’Alessandro Buini passava per ragioni di fidecommisso in eredità al Cav. Niccolò Quaratesi. Dai Quaratesi l'acquistava recentemente il Prof. Perosi, valentissimo compositore di musica religiosa.

La straella di Sorgane conduce a

I Giacomini o Le Pergole. - Casa Perosi. — Nella pianura che si distende ai piedi del Poggio a Ripoli ed a breve distanza dalla Pieve, è un’ampia costruzione che oggi serve ad uso d’agricoltori; ma che serba tutti i caratteri d’un antico e ricco palagio, per quanto tutti questi interessanti avanzi si trovino oggi nel più completo stato d’abbandono. Ad ogni modo, per la sua struttura grandiosa, per le decorazioni di pietrame che appaiono quà e là, per l’aspetto pittoresco di alcune sue parti, questo edilizio presenta un singolare interesse. Fu senza dubbio il più importante dei palazzi che fin da tempo remoto la famiglia Malispini eresse in mezzo ai suoi vasti possedimenti e dai Malispini pervenne dipoi nei Giacomini Tebalducci loro consorti. Era nel 1427 di Lionardo di Giacomino e nella famiglia restò fino a quando, il 6 gennaio 1622 Laudomia di Luca Giacomini non lo lasciò morendo al figlio Mariotto di Niccolò Geppi. Nel 1762 per eredità del Cav. Giuseppe del Cav. Jacopo Geppi l’ebbe Miniato Miniati e due anni dopo, nel 1764, il magistrato supremo che se n’era impossessato, lo vendeva a Sasso e Giuseppe Sassi che si chiamarono dipoi SassiLandini. Dopo quest’epoca, forse a causa delle tristi condizioni nelle quali era ridotto, il palagio venne destinato ad abitazione dei lavoratori de’ vicini poderi.

Chiesa di S. Piero a Ripoli. — Pieve fra le più antiche e più importanti dei dintorni di Firenze, era a capo di un vasto piviere che si estendeva anche sull’opposta riva dell’Arno. All’esterno l’ampio edifizio conserva in gran parte il severo e maestoso, per quanto semplicissimo, carattere