Pagina:Guittone d'Arezzo – Rime, 1940 – BEIC 1851078.djvu/124

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120 canzoni ascetiche e morali


catun mondan ver gusto e viso chiaro,
sentendo d’essi ben la bonitate.
     Tu, frate mio, ver[o] bon trovatore
in piana e ’n sottile rima e ’n cara
e in soavi e saggi e cari motti,
20francesca lingua e proenzal labore
più de l’artina è bene in te, che chiara
la parlasti, e trovasti in modi totti.
Tu sonatore e cantator gradivo,
sentitor bono e parlador piacente,
25dittator chiaro e avenente e retto,
adorno e bello ’spetto,
cortese lingua e costumi avenenti,
piacenteri e piacenti
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
30.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
dato fu te tutto ciò solamente
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
     Non dic’alcun dunque troppo io t’onori,
acciò che non tu om di gran nazione,
35ché, quanto più de vil, più de car priso.
Omo quello, li cui anticessori
fuor di valente e nobel condizione,
se valor segue, onor poco li è, aviso;
se figlio de distrier [distrieri] vale,
40no è gran cosa, e s’è, non lausor magno,
ma magna è unta se ronzin somiglia;
ma’ che è meraviglia
e cosa magna se di ronzin vene
che destreri val bene;
45e tal è da orrar sovra destrero
bass’omo che altero
ha core e senno, e òr se fa de stagno,
und’è ver degno d’aver pregio tale.
     Non ver lignaggio fa sangue, ma core,
50ni vero pregio poder, ma vertute