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di guittone d'arezzo | 187 |
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In amore la donna maggiore è da considerare «sormaggio», la pari maggiore e la minore pari.
Ed en ciascuna volsi conto e saggio
ciascun caso guardando, como e quando:
ma le più volte esser cortese e saggio
4e’ se vol propiamente comenzando.
E più ver de la donna ch’è da maggio,
che verso de la pare dritto usando:
ver de la pare vole tale usaggio,
8che ver de la minor vole comando.
Qual è pare, qual maggio, qual minore?
me pol om dire; ed eo rispondo bene:
11quella che ’n convenente altro e maggiore
è sovra, sovramaggio; quella ch’ène
en altro pare, è ’n ciò maggior forzore;
14e quella ch’è minor par simel vene.
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Cosa deve l’amante dire alla «sormaggio»,.
Dica, o dir faccia, a lei che sormaggio ène,
che ’l sembiante benevol e pietoso,
che ’l piacente piacer che ’n viso tene,
4e ’l gran bellor del suo stato amoroso,
e ’l pregio fin, ch’al suo valor convene,
e ’l dire e ’l far di lei sí agrazioso,
e tutto ciò che donna ave de bene,
8che ’n lei trova om che di natura è uso,
la fa piacer sí dolzemente, ch’ello
è lei coralmente fedel, quanto
11è sol per ubidir ciò che l’è bello;
e che merto di ciò vole sol tanto,
che lei piaccia che suo, senza robello,
14sia mentre vive; e hal mertato manto.