Pagina:Guittone d'Arezzo – Rime, 1940 – BEIC 1851078.djvu/227

Da Wikisource.

di frate guittone d'arezzo 223


Mercé donque: se giá montar volete,
non deletto seguete,
20ma sol vertù, ch’ogni dificio mura,
o’ pregio e amor dura;
vizio d’onni ben strugge onni parete.

155

Ad un amico perché non si lasci piú ingannare da Amore.


 
     Se vole, amico, amor gioi a te dare,
non poc’hail a pregiare,
ché ben te fa, che non fec’ad om nato.
Ché gioi non diede mai, né volle dare,
5né di darla mi pare
fosse podere ’n lui anche trovato.
     Ma valor e poder de danneggiare
senz’alcun quasi pare
non fo giorno de lui desaprestato.
10Pungente spina non po già fico dare,
né amor gioi d’amare,
se non fosse per te desnatorato.
     Despiacciate, despiacci’, amico, d’esso
piò galear te stesso,
15contandote, che noi lenti, piacere;
e, s’hai gioia ’n calere,
chierl’ove tutto for languire ha presso.
     Mira, mira che alore e che savere,
che corpo e che podere,
20per ben seguir ragione, ètte promesso!
Ma che? ’n obbria l’hai messo,
troppo seguendo el tuo gioven volere.