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critica per tentare un ordinamento delle rime: ma ritengo ch’esse debbano ancora essere a lungo studiate e sondate prime di azzardarsi a dare un ordinamento non arbitrario. In queste condizioni dobbiamo umilmente riconoscere che in fondo in fondo quegli ignoti che nel secolo XIV le raccolsero, le comprendevano nel loro complesso forse meglio di noi; e che fino a quando la filologia, la storia e la critica non abbiano squarciato i veli che ancora in gran parte le avvolgono, si debbon lasciare nell’ordine che l’intelligente raccoglitore della silloge laurenziana dette loro, anche quando possa sembrare evidente qualche spostamento. Unica differenza, sará la precedenza accordata, per evidenti ragioni cronologiche, alle canzoni d’amore.

Anche nella divisione dei due gruppi mi sono attenuto alla fonte principale, d’accordo con il Pellegrini, aggiungendo poi ai due gruppi, cosí come son dati dal codice Laurenziano, i componimenti sparsi che ci son noti per altre fonti.

Che se, ad esempio, non sembra che canzoni come la XVII, la XVIII e la XIX sian da considerare «amorose», piuttosto che «morali», si deve d’altro canto supporre che il collocamento tra quelle del primo gruppo non sia stato fatto dal compilatore del codice senza una ragione. Non si può immaginare che Guittone abbia un bel giorno istantaneamente cambiato pensiero e vita, animo e linguaggio. Il fatto d’un giorno fu soltanto il mutamento del vestito, che portò anche con sé il mutamento del nome: Guittone diventò Frate Guittone, nel mondo del suo tempo cosí come nelle rubriche delle sue rime. Tra le rime del primo gruppo potremo dunque trovarne anche alcune che giá rispecchiano il mutamento operatosi nell’animo del poeta prima ancora ch’egli vestisse l’abito di frate; ma il compilatore del ms. B considera soltanto il fatto esteriore: per lui esistono due poeti diversi, Guittone e Frate Guittone, e soltanto con questo criterio stabilisce i due gruppi, che abbiamo creduto di dover rispettare.