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312 nota


degno», cioè sono in condizione di «mettere», cioè di stabilir questo) è lodato tanto, da esser seguito da chi è in signoria di un’alta donna. La lez. e la spiegaz. del Pell. sono diverse.

vv. 25-32. Qualora egli serva senza inganno, non tema l’elevata posizione della donna, perché la nobiltá non è orgoglio, e non può mancargli di provar gioia in questo caso, laddove non son disposto a lodare chi pone il suo desiderio in donna a lui pari.

v. 47. Il senso è che, deposto il timore, il poeta promette fedeltá a Madonna e le fa prender saggio, le fa saggiare, cioè le mostra «per sembianza», col suo aspetto, come l’abbia nel cuore.

v. 49. Il senso è che, avendo l’esperimento, il saggio, provato, mercé la sua squisita comprensione, che era, trattavasi, di un omaggio leale, mi fu concessa la sua signoria. Attenendomi alla lez. di A, leggo: «ma’ fo», cioè: mi fu anche di piú («magis») concesso il suo signoraggio: d’una prima concessione si era parlato al v. 8.

vv. 53-76. Cfr. Post. 10-13, dove pure è la spiegaz. del richiamo al Perceval. Al v. 55 intendi «miso» per messaggio; al v. 56 «el» cioè il cuore non si sarebbe mai allontanato senza ciò, senza l’amorosa piacenza; ai vv. 72 seg.: io ho bisogno di guiderdone, altrimenti nell’attesa «m’allasso», cioè mi sposso. E dovesse poi accadermi — povero me! — di commetter l’errore che, per non chiedere, commise Princivalle!

v. 78: «Mo», cosí il ms. Il Pell. corregge: «ma»; non mi sembra peraltro necessario.

v. 84: «e’ non so vago»; il ms. e il Pell.: «e’non so ’n agio». La correzione è peraltro agevole e necessaria per rimare con «pago».

v. 94: «fagli»; il ms.: «fogli». La correz. è del Pell., il quale notava «che qui il poeta parla alla canzone e non in prima persona al rimatore siciliano». Il senso è: fagli fede di questo, che cioè a tal cagione, proprio per questo suo continuo richiedere, egli dispregia di servire piú a lungo e non dá valore al compenso che gliene verrebbe.

XXII. vv. 16-17. Non vedo altra spiegaz. che quella suggerita dal Pell., che riferisce il «che» ad «orgoglio e villania» del v. 14: «il quale (orgoglio e villania) non ha potenza su di voi, «poi» (dappoiché, attesoché) tanto vi piaccia misura e senno, che sono le virtú opposte». Ma il Pell. non si nasconde che «la