Pagina:Guittone d'Arezzo – Rime, 1940 – BEIC 1851078.djvu/371

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annotazioni ai sonetti ascetici e morali 367


v. 12 segg. Intendo: Ha ucciso il mondo, accrescendo ogni dolore; affligge quelli che son saliti, allontanando i timori: e ciascuno alla fine va in rovina quasi distrutto. Per l’ultimo verso, qualora si consideri verbo l’«e» iniziale, si potrebbe anche intendere: ciascuno è distrutto quasi fino alla rovina.

177, v. 2. Intendo: molta angoscia havvi nel cuore, dove piú il cuore prende te.

v. 11: «usurari» è emendamento imposto dalla rima; i mss. e il Val.: «usurieri».

v. 14. Il Val.: «E tenere ah! fai Dio quasi denieri» e spiega «denieri»: «ultimo, dallo spagnolo dinerons, e dal francese deniers». Intenderei «denieri» piuttosto come: danaro: fai considerare il danaro quasi un Dio.

178, v. 9 segg. Intendi: che vergognoso mercato e che pazza idea è quella di trascurare Dio e se stessi ed ogni bene per una piccola gioia, sconvenevole e mista per di piú a tormento! E che valido e glorioso pregio è che ti vinca specialmente una giovane persona; e che vergogna invece che ne sia vinto un saggio uomo!

179, v. 3 segg. Intendo: in te l’uomo perde Dio e se stesso e tutti i beni, perché pone, fa nascere in lui una voglia nemica d’ogni cosa buona. Ognuno che è tuo prova sé malvagio, cioè dá prova di malvagitá, poiché ecc.

180, v. 3. La lezione del ms. sará forse errata? Il Val. emenda: «Onta fai ’n disfare e far noioso»; ma dal verso anche cosí com’è, si ricava un senso piú probabile: tu fai cosa vergognosa nel dire e nel fare, fare per di piú noioso.

v. 6: «in te danni»; il ms.: «inte edanni». Il Val. emenda: «perdi e danni e fai r.».

181, v. 9: «podere strai»; oppure: «poder estrai». Il Val.: «poder trai».

v. 10: «accolli», per la rima ed analogamente al «tolli» dell’ultimo verso; ma il ms.: «accogli».

183, v. 6: «hate», il ms. «ate». Intendo: ti ha; il Val. emenda: «fai».