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Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/12

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lavorava, ed ecco che tazze, piatti, calamaio, sabbia cadono con romore, e un torrente di cioccolata e d’inchiostro inonda il rapporto ch’egli avea appena compiuto. — Signore, avete voi il diavolo in corpo? mi grida il consigliere furioso e mi mette fuor della porta.

Che mi serve adesso che il vicerettore Paulmann mi faccia sperare un posto di commesso? La mia funesta stella che non si stanca di perseguitarmi, mi lascierà forse arrivare a questo scopo? Anche oggi!... io voleva celebrare degnamente la cara festa dell’Ascensione, era risoluto di far qualche sacrificio; avrei potuto come un altro gridare alteramente ai bagni di Link: Garzone! una bottiglia di birra doppia, ma della migliore ve ne prego! lo avrei potuto restar seduto sino a sera, e vicino alla tale o tal’altra società di amabili fanciulle maravigliosamente ornate. Io lo so bene, il coraggio mi sarebbe venuto sarei stato un altr’uomo; sì, se uno o l’altra mi avesse domandato: Che ora può essere? o che aria si suona? io mi sarei alzato con disinvoltura, senza rovesciare il mio bicchiere, senza fare una