Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/125

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fino a che il mio amante, il soffio del mattino, ti svegli. “— Egli si avvicinò: percosso dal suo alito di fuoco, il fior di giglio aprì le sue foglie, ed egli vide la figlia del giglio la colubra verde, che sonnecchiava nel calice d’argento. Allora il salamandro si sentì preso da un violento amore per la bella colubra, ed egli la rapì al giglio, i cui profumi si spandevano vanamente in sospiri lamentevoli, e chiamavano per tutto il giardino l’amata sua figlia: giacchè il salamandro l’avea portata inseno a Fosforo e gli avea fatta questa preghiera. “Uniscimi alla mia amata affinchè essa m’appartenga per sempre.” — “Insensato! che domandi tu?” disse il re dei Genii, “sappi che il giglio fu altre volte la mia amata, e ch’essa regnò con me; ma il fuoco che io versai sopra di lei minacciò di annientarla, e la mia vittoria sul drago nero, che i Genii della terra tengono adesso incatenato, potè sola dare alle foglie del fior di giglio la forza di ricevere e di conservare nel suo seno quel fuoco divorante. Ma se tu stringi fra le tue braccia la colubra verde, il tuo ardore consumerà il suo corpo, e dalle sue ce-